L’istituto delle Suore Adoratrici del SS.
Sacramento, a cui appartengono le suore di “Casa
Famiglia”, è una congregazione fondata
nel 1882 a Bergamo dal Beato Francesco Spinelli,
con Casa Madre e Casa Generalizia a Rivolta d’Adda
(Cr). L’Istituto ha ricevuto riconoscimento
pontificio da papa Pio XI nel 1932 con l’approvazione
delle costituzioni e riconoscimento giuridico nel
1934. Attualmente è presente in Italia, Congo,
Senegal, Camerun, Colombia e Argentina.
Francesco Spinelli nasce a Milano, il 14 aprile
1853, da genitori di origine bergamasca ed è
ordinato sacerdote il 17 ottobre 1875.
Giovane prete, don Francesco vive una profonda esperienza
spirituale che egli stesso racconta in una lettera
alle sue suore; dinanzi alle reliquie della culla
di Betlemme, custodite nella basilica romana di
Santa Maria Maggiore e simbolo del mirabile Mistero
dell’Incarnazione del Figlio di Dio: “Mi
sono inginocchiato innanzi ad essa, piansi, pregai
e, giovane allora, sognai uno stuolo di vergini
che avrebbero adorato Gesù in Sacramento”.
Nel mistero dell’incarnazione don Francesco
vede la sintesi del mistero d’amore “di
Dio che così volle nascere perché
volle essere amato”; vi coglie il mistero
dell’Amore di Dio, iniziato nell’incarnazione
e continuato nell’Eucaristia. Il Gesù
di Betlemme è già il Gesù del
Calvario ed è lo stesso che sull’altare
del mondo ripresenta continuamente il suo sì
al padre per la salvezza del mondo.
Affascinato da questo inesprimibile mistero, accoglie
l’intuizione di dar vita ad un Istituto dedito
all’adorazione e alla carità; sogno
che si avvera il 15 dicembre 1882 a Bergamo con
la prima adorazione che segna la nascita delle Suore
Adoratrici del SS. Sacramento.
Nate da un cuore amante dell’Eucaristia,
le Suore Adoratrici raccolgono l’eredità
spirituale del Fondatore e apprendono a riconoscere
nel mistero eucaristico l’ “eccesso
d’amore” di Dio per l’umanità.
L’Eucaristia è per loro “scuola,
giardino, soggiorno di virtù e di pace”
(F. Spinelli), mistero da cui attingere l’Amore
per vivere e testimoniare l’ “accesa
carità” verso il Signore e verso i
fratelli. Infatti nella celebrazione e adorazione
quotidiane dell’Eucaristia la vita dell’Adoratrice,
come la vita di ogni credente, viene trasformata
in amore donato fino alla fine per la vita del mondo.
Le Suore Adoratrici sono perciò chiamate
ad assumere uno stile di vita eucaristico: pienamente
rivolte al Padre nell’amore e interamente
dedite al servizio salvifico di Cristo in favore
dei fratelli, sollecite a promuovere la dignità
di ogni persona.
Diversi sono perciò gli ambiti della loro
missione. Esse offrono il loro contributo con un’azione
incisiva nel mondo dell’educazione, ispirata
allo spirito evangelico di libertà e carità,
privilegiando la presenza nella scuola dell’infanzia
e primaria.
Esercitano il ministero della compassione di Cristo
a servizio del dono della vita e della salute in
ambiti socio-sanitari: ospedali, istituti residenziali
per diversamente abili e anziani non autosufficienti,
case d’accoglienza e strutture per ammalati
di AIDS e per le nuove emergenze sociali (ragazze
della “tratta”, ex-tossicodipendenti,
minori a rischio).
Offrono la collaborazione pastorale nella chiesa
locale attente a condividere e a trasmettere uno
stile di vita eucaristico e a promuovere una profonda
spiritualità di comunione.
La presenza delle Suore Adoratrici in alcuni paesi
dell’Africa e dell’America latina è
risposta allo stesso desiderio del Fondatore che
invitava ad operare nei diversi spazi della carità,
oltre i confini delle nazioni d’origine, perché
tanti possano essere raggiunti dalla Buona Notizia
di Cristo.